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Epatite C, combinazione di telaprevir e VX-222 più ribavirina

efficace nei pazienti naive

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  1. frates1954
     
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    05 dicembre 2012


    Una terapia tutta orale costituita da telaprevir, VX-222 e ribavirina per 12 settimane è stata generalmente ben tollerata e ha portato a ottenere una risposta virologica sostenuta (SVR) nel 70% circa dei pazienti con epatite C cronica, non trattati in precedenza, nello studio ZENITHm uno dei lavori presentati all’ultimo congresso dell’American Association for the Study of Liver Diseases (AASLD)a Boston.

    La recente approvazione dei primi antivirali ad azione diretta per l'epatite C ha dato inizio a una nuova era nel trattamento della malattia, ma c’è grande attesa tra medici e pazienti di regimi esclusivamente orali, privi di interferone, a causa degli effetti collaterali di questo farmaco.

    Lo studio ZENITH ha valutato la sicurezza, la tollerabilità e l'attività antivirale della combinazione di telaprevir (uno degli inibitori della proteasi dell’HCV approvato lo scorso anno) con l’inibitore sperimentale non nucleosidico della polimerasi di HCV VX-222, entrambi sviluppati da Vertex Pharmaceuticals.

    I partecipanti sono stati trattati con questi due farmaci in coppia (terapia doppia), in combinazione con ribavirina (terapia tripla) oppure in combinazione con ribavirina e interferone pegilato alfa-2a (terapia quadrupla).

    Ira Jacobson, del Weill Cornell Medical College di New York, ha presentato i dati di un'analisi ad interim sui pazienti sottoposti alla terapia tripla. Gli autori dello studio hanno già presentato in precedenza i dati sui pazienti trattati col regime quadruplo, nei quali si è ottenuta una SVR a 12 settimane (SVR12) fino al 90%. La terapia doppia, invece, si è rivelata meno efficace e caratterizzata da un numero significativo di breakthrough virali, per cui la sperimentazione di questo braccio è stata interrotta presto.

    Nell’analisi presentata ora a Boston, i partecipanti sono stati stratificati in base al sottotipo di HCV (1a o 1b, quest'ultimo più facile da trattare) e sono stati trattati con telaprevir 1125 mg due volte al giorno, più VX-222 400 mg due volte al giorno e ribavirina. I pazienti con HCV RNA non rilevabile dopo 2 e 8 settimane e nessun breakthrough virale potevano interrompere il trattamento a quel punto, gli altri hanno continuato con il solo interferone pegilato e ribavirina per altre 24 settimane.

    L'analisi ha riguardato 23 pazienti con infezione da HCV di genotipo 1a e 23 con infezione da HCV di genotipo 1b. Tutti erano naive al trattamento e non avevano cirrosi epatica. Circa il 75% della popolazione dello studio era costituita da uomini, più o meno l'80% erano bianchi e l'età media era di circa 50 anni. Un terzo aveva genotipo dell’ospite IL28B 'CC', associato a una buona risposta all’interferone. Inoltre, quasi il 90% in entrambi i gruppi aveva una viremia iniziale elevata (HCV RNA > 800.000 UI / ml).

    Dopo 4 settimane di trattamento, il 91% dei pazienti in entrambi i gruppi genotipici, sia 1a sia 1b, aveva una carica virale al di sotto della soglia di quantificazione (<25 IU/ml), ma la percentuale di pazienti con carica virale non rilevabile (<15 IU / ml) è risultata inferiore nel gruppo 1a (57%). Dopo 12 settimane, tuttavia, l'83% dei partecipanti di entrambi i gruppi aveva un HCV RNA non rilevabile.

    Sei partecipanti del gruppo 1a (il 26%) e cinque nel gruppo 1b (il 22%) erano nelle condizioni per poter interrompere il trattamento alla settimana 12. Nel complesso la SVR12 è risultata del 73% per i pazienti con genotipo 1a e 70% per i pazienti con genotipo 1b.

    Tra i partecipanti in grado di interrompere il trattamento dopo 12 settimane, la SVR12 è stata del 67% nel gruppo con 1 a e del 100% nel gruppo 1b. Tra coloro che hanno continuato il trattamento con interferone pegilato e ribavirina fino alla settimana 36, l’SVR12 è stata rispettivamente del 93% e 85%.

    Tre pazienti sono andati incontro a un breakthrough virale prima della 12a settimana, tutti avevano genotipi IL28B non 'CC' e si sono dimostrati resistenti al virus.

    Il regime triplo è apparso generalmente sicuro e ben tollerato. Nessun partecipante ha manifestato eventi avversi gravi durante le prime 12 settimane di terapia tripla e uno solo ha interrotto il trattamento a causa degli effetti collaterali.

    Gli eventi avversi più comuni sono stati: diarrea (50%), rash (37%), nausea (30%), prurito (30%) e affaticamento (24%). Inoltre, anche se il 15% dei pazienti ha sviluppato una leggera anemia (emoglobina <10 g/dl), nessuno ha avuto un’anemia grave (< 8,5 g/dl).

    Questi risultati, hanno concluso i ricercatori, "meritano di essere di essere confermati e approfonditi con un ulteriore studio sulla combinazione VX-222 più telaprevir nell’abito di un regime terapeutico senza interferone e interamente per via orale, per i pazienti con infezione da HCV di genotipo 1".

    Jacobson ha sottolineato che nei pazienti con genotipo 1a la soppressione virale è avvenuta più rapidamente rispetto a quelli con genotipo 1b. Anche se in generale le percentuali di SVR sono risultate simili, il gruppo 1b ha avuto risultati migliori con il regime tutto orale a 12 settimane, mentre quelli con il genotipo 1a sono andati meglio con l’aggiunta di interferone e ribavirina. Sono attualmente in corso studi per testare un ciclo più lungo di terapia tripla interamente orale, ha riferito l’autrice.

    In uno studio correlato, Maria Rosario e altri ricercatori di Vertex hanno valutato se l’insufficienza epatica influenzi la farmacocinetica e la tollerabilità di VX-222. In questo studio, la somministrazione di dosi orali multiple di VX-222 si è dimostrata sicura e ben tollerata nei pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata. Le esposizioni a VX-222 sono risultate superiori a quelle osservate nei volontari sani, "ma questo aumento non dovrebbe avere un impatto sulla risposta virologica" hanno concluso gli autori

    Jacobson IM et al. VX-222, telaprevir and ribavirin in treatment-naive patients with genotype 1 chronic hepatitis C: results of the Zenith study interferon-free regimen. AASLD 2012; abstract 231.

    Rosario M et al. Effect of hepatic impairment on the pharmacokinetics of VX-222: results from a multicenter phase 1 study. AASLD 2012; abstract 1880.

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  2. - Gea
     
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    Grazie Ezio :) , speriamo bene, speriamo che facciano queste sperimentazioni anche in Italia e che le nuove terapie arrivano prima possibile anche da noi.
     
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1 replies since 5/12/2012, 14:17   65 views
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