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Trasfusione killer, la Regione deve pagare
La sentenza
Sangue infetto a un camionista nel 1974: morì 19 anni dopo. Ora risarcita la figlia
di Mike Scullin
Reggio Emilia, 12 ottobre 2012 –
"Quando sentiva arrivare la fine, pur indebolito dalla malattia innescata da una trasfusione di sangue infetto 19 anni prima, Giancarlo Saracchi chiamò dall’ospedale l’avvocato Cristina Cataliotti: "Mi raccomando - le disse al telefono - porti avanti questa causa nell’interesse di mia figlia".
Era il testamento morale di quell’uomo di 67 anni che, persa la moglie sette mesi prima, pensava solo alla figlia Silvia Alberta e a Martina, la nipote di tre anni. Era il 2003. L’avvocato prese l’impegno e a fianco della figlia ha battagliato. Nove anni tra speranze e delusioni, senza arrendersi. Fino alla vittoria. Il giudice civile di Bologna Alessandro Gnani ha appena riconosciuto il diritto di Silvia Saracchi a essere risarcita in solido dal ministero e dalla Regione per quella trasfusione al padre dopo un terribile incidente stradale……………………………………………………
Primo: il giudice riconosce il risarcimento per una trasfusione precedente il 1978, spartiacque stabilito da gran parte della Cassazione, perchè già prima di allora - dice la letteratura scientifica - si poteva valutare se le sacche di sangue fossero sicure o no.
Secondo: oltre al ministero, che transa le cause solo per le trasfusioni post-1978, il giudice - facendo suo il lavoro di ricerca e analisi dell’avvocato Cataliotti su pronunciamenti e consulenze medico-legali - condanna anche la Regione, che avrebbe dovuto controllare e non prendere il sangue a scatola chiusa.
Un principio che può avere effetti a catena: sono tantissime le cause in piedi."
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