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SANGUE INFETTO, ADASI: “INSUFFICIENTI FONDI CHE MINISTERO VUOLE STANZIARE”

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    SANGUE INFETTO, ADASI: “INSUFFICIENTI FONDI CHE MINISTERO VUOLE STANZIARE”

    di Elisabetta Cannone
    20 settembre 2013 • by Redazione Malitalia • in Notizie dall'Italia


    “Il Ministero è debitore verso più di 70mila persone, malati che hanno contratto l’epatite e/o l’Aids a causa del sangue infetto.
    Ma alla fine farà marcia indietro, per mancanza di soldi, al massimo liquiderà poche persone, sperando che tutti gli altri non facciano causa. È anche su questo che noi vogliamo iniziare a fare informazione”.


    A parlare è il portavoce della Adasi (Associazione italiana danneggiati sangue infetto, di recente costituzione), anche lui vittima di epatite a causa di una trasfusione che preferisce restare anonimo, che da alcuni giorni ha attivato un numero verde per rispondere alle domande di chi sta affrontando la propria battaglia nei confronti dello Stato.

    Gli input per questa decisione sono stati gli ultimi due sviluppi di questa annosa vicenda: la sentenza della Corte di Strasburgo dello scorso 3 settembre che condanna l’Italia per violazione dei diritti del malato, in quanto non paga l’indennità integrativa da rivalutare ogni anno in base al tasso d’inflazione (così come previsto dalla legge 210/92) e poi la decisione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, di qualche giorno fa di stanziare nella prossima legge di stabilità 100 milioni di euro per queste persone.

    Cifra che proprio i malati giudicano una goccia nel mare e che servirà a mala pena, sostengono, per 10 mila persone, lasciando fuori il resto dei quasi 80mila danneggiati in Italia, di cui duemila solo in Sicilia.
    Perché, a conti fatti, considerato che gli arretrati di ogni danneggiato ammonterebbero in media a circa 15mila euro all’anno, si intuisce facilmente come la cifra da stanziare dovrebbe essere molto più cospicua di quella prevista dalla Lorenzin.......................................

    “Al momento – concludono dall’Associazione – al centro di ascolto le domande più frequenti sono quelle di natura legale, di persone già seguite da medici, su come attivarsi e a chi rivolgersi. Molto meno frequenti invece quelle sanitarie, sapere cioé si ha o meno diritto a qualcosa perché malati.
    E qui ritorna di nuovo il problema della comunicazione ai cittadini che c’è nel nostro Paese. “Sulla questione rimborsi questo punto – continua ancora il portavoce di Adasi – continua a esserci molta confusione tra i malati, dovuta principalmente alla cattiva informazione che c’è su questo argomento, perché il pagamento non è affatto automatico così come pensano alcuni.

    Anche su questo punto forniremo delle delucidazioni. Oltre che al nostro numero di telefono, è possibile visitare la nostra pagina Facebook o inviarci una email”.
    (pubblicato su Hercole news)…………….continua leggere QUI

    Fonte
    www.malitalia.it/
     
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